Salute e Medicina — 28 Aprile 2015

Un semplice esame del sangue basato sull’analisi del Dna fetale potrebbe rappresentare il futuro diagnostico della trisomia 21, comunemente nota come Sindrome di Down.
La conferma arriva direttamente da uno studio inglese pubblicato su Ultrasound in Obstetrics & Gynecology condotto su 1005 gravidanze.
La particolarità dell’esame consiste in una metodica meno invasiva rispetto a quelle attualmente in uso come la villocentesi, il prelievo dei villi coriali e l’amniocentesi che può essere eseguita in anticipo e con maggiore attendibilità.

cfdna sindrome down trisomia 21

Cfdna

Questo test del sangue chiamato cfDna può infatti anticipare la diagnosi addirittura alla decima settimana di gravidanza diminuendo sensibilmente il rischio di falsi positivi dal 3,4% ad un 0’1%.
Una scoperta importante per tutte le donne in attesa perché permette una diagnosi precoce e non espone la gestante a quelle complicazioni emotive e fisiche di un eventuale interruzione di gravidanza in stato avanzato.
La scoperta ha tuttavia incontrato la resistenza delle associazioni antiabortiste del Regno Unito e della Germania che considerano tale test uno strumento di selezione eugenetica alla stregua delle attuali indagini prenatali che favoriscono l’aborto e discriminano persone affette da sindromi come quella di Down.

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Karen Benedetti

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