Estero — 06 Febbraio 2014

Pratiche che sconvolgono l’opinione pubblica occidentale, una lotta silenziosa che spesso passa inosservata: per questo nel mese di febbraio del 2003 le Nazioni Unite approvarono  la proposta di intitolare il 6 febbraio GIORNATA MONDIALE CONTRO LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINI (MGF), portando la questione sotto gli occhi di tutti.

locandina della campagna ideata dall'ONU

locandina della campagna ideata dall’ONU

Una lotta silenziosa combattuta in prima linea dall’Italia grazie alla figura di Emma Bonino affiancata dall’organizzazione “Non c’è pace senza giustizia” contro quella che è ritenuta da tutti una pratica “barbara” per il secolo nel quale viviamo.

Le Mutilazioni Genitali Femminli (MGF)

Le MGF sono pratiche chirurgiche sull’apparato genitale femminile non a scopo terapeutico tipiche della tradizione dell’Africa sub-sahariana (per la precisione  in 28 paesi).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) le ha suddivise in quattro tipologie principali: la circoncisione clitoridea (al-sunna), escissione (al wasaat), l’infibulazione e altre operazioni nella zona genitale. L’età delle donne che subiscono tali operazioni varia in base alla zona ed alla tradizione, in ogni caso va dal periodo neonatale a quello adolescenziale.

Queste pratiche fanno parte di antiche tradizioni tutt’ora in uso non soltanto in Africa ma anche in Europa, con una maggior prevalenza in Italia, ed hanno gravissime conseguenze sia sul piano fisico sia su quello psicologico: infezioni, emorragie, shock, difficoltà e rischio della morte nel parto…

Il 20 dicembre 2010 dopo anni di lotte di numerosi esponenti politici (Emma Bonino e Mara Carfagna) ed enti quali Amnesty International, l’ONU ha dichiarato la messa al bando universale di tali pratiche.

Secondo l’OMS sono più di 140 milioni le donne che sono state sottoposte a tali pratiche, ogni anno ci sono circa 3 milioni di nuovi casi e la maggior parte sono concentrati in Europa e in Italia in totale clandestinità aumentando il rischio di infezioni e la conseguente morte prematura.

 

Condividi

Sull'Autore:

(0) Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

css.php