Il Punto — 24 Giugno 2013

In un mondo fatto di divergenze dove l’“io” è il protagonista indiscusso di questa società moderna, l’unione è la condivisione incalzano grazie agli strumenti tecnologici che ci permettono di comunicare senza limiti di tempo e di spazio. E, malgrado le proteste degli intellettuali circa l’incapacità dell’uomo moderno di comunicare con la propria voce ed i propri occhi, vogliamo spezzare una lancia a favore di tutti quei dispositivi che, in fondo, anche se in un modo un po’ superficiale accomunano l’intera umanità.

iPhone 5 spot

iPhone 5: lo spot dell’unione

Pensiamo all‘iPhone, il cellulare polifunzionale della Apple che può trasformarsi in qualsiasi dispositivo al momento più opportuno: c’è l’intero mondo dentro un’iPhone e si deve ammettere senza cognizione di causa che questo è meraviglioso, come lo è il fatto che centinaia di migliaia di uomini lo possiedano e possiedano proprio quello e non un’altro. Un fenomeno che dilaga e dentro il quale ci si riconosce. E ad evidenziarlo ci pensa il nuovo spot dell’iPhone 5, da circa un mese in onda sulle nostre televisioni italiane, un minuto in cui si vedono decine di utenti di tutto il mondo, senza distinzione di sesso o di razza, generici, senza nome ne caratterizzazione precisa che ascoltano musica con il proprio iPhone 5, con un sottofondo musicale lento e coinvolgente. Uno spot emozionante che ci fa capire quanto l’uomo contemporaneo sia in realtà unito, se così si può dire, da un apparecchio tecnologico. Lo spot racconta la vita, attraverso l’iPhone, l’unico dispositivo elettronico che è stato capace d’imporsi su tutti gli altri. Ed è vero che nella nostra vita c’è tutto questo: quando si va in vacanza, sull’autobus, di ritorno da lavoro, mentre si passeggia, per rilassarsi prima di una gara importante, mentre ci si prepara prima di andare ad una festa. Ascoltiamo musica e, nella maggior parte delle volte, da un dispositivo tecnologico. E questa è unione, l’unione del XXI secolo che forse non ha nulla che vedere con il concetto di “unione” espresso nei secoli precedenti. Ma è un dato di fatto che, se visto dalla giusta prospettiva, ha dell’incredibile.

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